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Per non lasciare Polizzi: ritrovare le proprie radici e curare il territorio

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Per non lasciare Polizzi: ritrovare le proprie radici e curare il territorio

«Per non lasciare Polizzi è necessario alzare il livello di consapevolezza. Bisogna avere il coraggio di andare oltre e ritrovare le radici che ancestralmente ci legano a un territorio che potenzialmente può darci tanto». E’ quanto pensa Marianna Miranti (nella foto), una commerciante che pur di non perdere le sue radici con la città che l’ha vista nascere e crescere fa la spola fra Polizzi e Cefalù dove lavora. «Polizzi – continua Marianna – è un territorio al quale porre attenzione, un territorio al quale dare attenzione attraverso la sua cura che passa da una sua osservazione minuziosa e paziente. Polizzi può dare tanto ma non subito… nel tempo. Per questo vanno curati tradizioni, artigianato e cultura intesa come ricerca di ciò che è stato».

Precise alcune proposte che Marianna Miranti legge e vede sulla sua Polizzi. «A Polizzi, per esempio, si potrebbe creare un locale dove chi arriva da fuori può mangiare i nostri più tipici prodotti. Dal piatto tutto nostro, u cunigghiu, alla pasta e fagioli, alle sfince, il pani cunzato ecc.. ecc.. Un locale pensato però come street food, un posto dove chi vi arriva entra e può mangiare qualcosa in piedi. A Polizzi si potrebbe aprire un centro per recupero di vecchi ricami, si potrebbe aprire un centro di lettura e scrittura. Io sono andata via da Polizzi, ma penso che oggi stare in questo luogo è un privilegio, perché è un luogo dove le pietre parlano di conoscenze che non si possono trovare nei libri, di conoscenze che si acquisiscono attraverso l’anima. Ma la cosa primaria a cui prestare attenzione è là viabilità, le strade non devono essere un deterrente per chi vorrebbe visitare i nostri luoghi».

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